Sicuramente, con questa parola, la mente va subito ai dolcetti che possiamo trovare nel menù di qualsiasi ristorante asiatico, ma attenzione perché in realtà la parola mochi si riferisce alla pasta di riso gommosa, non al dolce.
Di fatti, per essere precisi quando si parla di mochi bisogna sempre specificare a cosa ci riferiamo. Il daifuku mochi è il classico per eccellenza: una pallina di mochi appunto ripiena di qualcosa di dolce, solitamente marmellata di fagioli rossi, oppure l’ice mochi, conosciuto soprattutto in Italia, dove il mochi racchiude all’interno una pallina di gelato o anche l'Isobeyaki mochi, dove la pasta del mochi viene avvolta nell’alga nori e spennellata con una salsa di soia mista a zucchero e così via.
TIPS & TRICKS
I panetti di mochi si trovano in qualsiasi supermercato, acquistate quindi un alga nori e avvolgetela sul panetto scaldato qualche secondo al microonde è una valida merenda.
La pasta mochi possiamo trovarla sia fresca, come il dolcetto morso nella seconda foto qui sotto, che essiccata in panetti rettangolari. Entrambi i formati possono essere cucinati in qualsiasi modo: alla griglia, fritti o bolliti. Per la griglia è consigliabile quello essiccato perché rimane più rigido e quindi più semplice da cuocere, anche se durante la cottura torna alla sua consistenza appiccicosa.
Le origini del mochi sono avvolte nel mistero, ma le prime tracce documentate risalgono a più di 1.000 anni fa. Inizialmente, il mochi si preparava con un impasto dolce ricoperto di kinako, una farina di soia tostata, e rappresentava una versione giapponese di un dolce cinese chiamato Nian gao, che si preparava solitamente durante il capodanno cinese. Proprio come il daifuku mochi, un dolce tipico del capodanno giapponese, anche la preparazione del mochi ha una tradizione ben radicata: il processo, noto come mochitsuki, coinvolge tutta la famiglia nella preparazione dell’impasto. Oltre a essere un dolce immancabile durante il capodanno, si prepara anche durante la festa dei bambini (anche se oggi si ricorre spesso a riproduzioni in plastica o altri materiali) o durante i matrimoni, dove gli sposi mangiano il dolce come simbolo di fertilità.
Per preparare il mochi, si parte da riso glutinoso che si lascia in ammollo per una notte intera, si cuoce a vapore e poi si pesta in un mortaio in legno o pietra chiamato Usu. Durante la lavorazione, si aggiunge acqua calda a poco a poco mentre si pesta il riso, fino a ottenere la consistenza caratteristica del mochi.
Sebbene il nome "riso glutinoso" possa far pensare al glutine, in realtà questo tipo di riso non contiene glutine. Il termine "glutinoso" deriva dalla sua capacità di diventare colloso durante la cottura, proprio come avviene con i cereali contenenti glutine. Questo rende il riso glutinoso – e quindi il mochi – un alimento sicuro per chi segue una dieta senza glutine.
Mangiare mochi non è così semplice come potrebbe sembrare: si sconsiglia ai bambini piccoli e agli anziani, poiché la sua consistenza appiccicosa può rappresentare un rischio di soffocamento. È fondamentale masticarlo con attenzione e calma.
I daifuku mochi, gli ice mochi e tutti gli altri dolci con il mochi confezionati NON sono sempre senza glutine in quanto per la conservazione del prodotto, la dolcificazione dell’impasto o la farcitura del dolce è possibile che vengano utilizzati prodotti contenenti glutine. In Giappone, in tutte le bancarelle o locali tradizionali che preparano dolci a base di mochi, ho sempre potuto mangiarli, ma in quel caso parliamo di produzione artigianale e fresca da consumare sul momento senza aggiunta di nulla se non della marmellata di azuki o della semplice alga nori.
Io personalmente preparo il daifuku mochi praticamente ogni Capodanno, quindi vi lascio la ricetta semplificata di seguito se volete provare anche voi.
Versate 50 grammi di farina di riso glutinoso in una ciotola, aggiungete 15 grammi di zucchero (io alcune volte non lo metto o ne metto solo un cucchiaino) e 55 ml di acqua.
Mescolate quindi i tre ingredienti fino a quando il composto diventa liscio e senza grumi. A questo punto, versate il composto in un contenitore che possa essere inserito in una pentola a vapore.
Quando l’acqua bolle, inserite il contenitore all’interno per la cottura. È importante, quando si chiude la pentola, che il coperchio sia avvolto in un panno, in quanto l’acqua che si forma sul coperchio a causa della condensa non deve finire nell’impasto.
Lasciate cuocere per 15 minuti.
A questo punto, versate il composto su un piano o meglio ancora in un mortaio con uno strato di farina di riso glutinoso e iniziate a lavorarlo per qualche minuto.
Staccate quindi una parte di impasto, modellatelo a disco e inserite al centro il ripieno che preferite. Chiudete il mochi.
N.B. Il ripieno deve avere una consistenza densa, altrimenti vi sarà impossibile chiuderlo.