Quando lo sconforto sale non abbatterti!

Oggi guardando le foto di Kamakura mi è venuto in mente quando, la prima volta che sono andata in Giappone e sono stata a Kamakura, non ero riuscita a trovare un ristorante che potesse accettarmi.

Sembrava impossibile trovare da mangiare quel giorno, tutti mi dicevano di no!

Dopo sei ristoranti che mi avevano rifiutato, mi sono sentita molto male.

Sono andata in un vicolo e sono scoppiata a piangere. Non perché non avrei mangiato, quello era l’ultimo dei miei problemi, dopo pranzo saremmo tornati tutti a Tokyo e lì sarei potuta andare al 7-eleven. Ma per la frustrazione.

Mochi senza glutine mangiato a Kamakura

Perché ero così sfortunata?

Perché dovevo essere celiaca?

Non era possibile che non ci fosse un cibo disponibile, anche un'insalata mi andava bene!

Mi bastava sedermi in un posto tranquillo e sentirmi una persona normale che mangia una semplice insalata.

Dopo aver pianto nel vicolo, mi sono asciugata le lacrime e mi sono diretta verso il punto di incontro. Avevo quasi due ore prima che arrivassero tutti e partissimo per tornare a Tokyo, avrei potuto sedermi nella stazione e aspettare lì.

Eppure, mentre camminavo per quella strada affollata da persone di ogni tipo, mi sono fermata distrattamente a guardare un negozio di dolci. Non ho estratto la mia travel card perché già sapevo la risposta, dopo sei ristoranti che mi hanno detto di no, figurati se un negozio di dolci che sembrano delle opere d'arte poteva avere qualcosa per me.

Le pasticcerie in Giappone a volte sembrano davvero gioiellerie. I dolci sono esposti con confezioni curate e i prezzi affianco ai dolcetti in esposizione. Era bellissima, non ho fatto nemmeno una foto.

Poi ho ripreso la mia discesa e mi sono imbattuta in un negozio piccolo e artigianale; sembrava uscito da un manga, con porte in legno e vetro scorrevole. Dentro c'era una signora anziana che sistemava delle palline in una sorta di vetrina che fungeva anche da banco. Non ho capito subito cosa fosse, sembrava un posto fuori dal mondo, come se tutte le case che vedevo lì non fossero mai state costruite e probabilmente nemmeno immaginate.

Sono entrata e ho scoperto che era un negozio artigianale di dolci, per essere precisi faceva principalmente mochi.

Ho provato a parlare con la signora che ovviamente non mi capiva, così ho estratto la travel card. È scomparsa dietro e poi è riapparsa con una ragazza, che con molta attenzione ha letto tutto per poi indicarmi cosa potevo mangiare, spiccando giusto due parole in inglese per specificare quelli con o senza zucchero.

Ne ho comprato uno, non molto convinta, e invece è stata una sorpresa fantastica!

Non so se perché avevo pianto o perché avevo fame, forse entrambi, forse se ritorno adesso e li mangio mi farebbero schifo. Ma per me sembravano la cosa più buona che avessi mai mangiato, ne ho comprati altri ancora. La ragazza sembrava molto contenta e mi ha fatto capire che molti dolci che facevano erano senza glutine, ma in quel momento aveva preparato solo dei mochi.

Ho deciso quindi di tornare indietro e ritornare a quella bellissima pasticceria che avevo ammirato senza chiedere nulla (preferisco quella tradizionale, ma devo dare a Cesare quel che è di Cesare, quella specie di gioielleria di dolci era davvero bella) animata da una nuova fiducia nella possibilità di trovare qualcosa anche per me. Sono entrata e ho afferrato una commessa e ho estratto la card, scoprendo che ne potevo comprare molti!

Ne ho comprati tre, anche perché gli altri avevano una data di scadenza troppo vicina!

Quel giorno è vero che ho mangiato solo mochi per pranzo alla fine, ma a volte basta questo per sentirsi meno diversi, meno sbagliati, meno problematici.

Basta un mochi per sentirsi normali!


dolcetti tradizionali giapponesi senza glutine acquistati a Kamakura

Questi sono i tre dolcetti di cui vi ho parlato nell'articolo e che ho portato in Italia.

Non trovo le foto che ho fatto quando li ho aperti, ma già dal packaging si capisce come sono carini.

Uno di questi (quello rosa in alto nella foto) aveva anche un fiore di sakura commestibile.